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- L'associazione 'Mai più soli' nasce da un'esperienza di lutto di 20 anni fa.
- Dal 5 maggio 2025 incontri per le forze dell'ordine sul trauma.
- Psicologi esperti per prevenire disturbi post-traumatici da stress.
L’impatto traumatico dei sinistri stradali: un’emergenza psicologica sottovalutata
La perdita di una persona cara a causa di un incidente automobilistico è un evento profondamente distruttivo, un dolore immenso che lascia un segno indelebile nella vita dei familiari. Valentina Borgogni, che ha sperimentato questa tragedia vent’anni fa con la scomparsa del fratello Gabriele, attesta come il vuoto creato sia impossibile da colmare. Da questa dolorosa esperienza è nata l’associazione “Mai più soli”, che si dedica a iniziative di educazione alla sicurezza stradale nelle scuole, con lo scopo di sensibilizzare e prevenire ulteriori drammi.
L’iniziativa “Mai più soli” scaturisce dalla consapevolezza che, di fronte alla sofferenza, le reazioni sono diversificate e complesse. L’associazione si prefigge di dare sostegno e appoggio ai parenti delle vittime, ma anche agli agenti di polizia municipale, che si ritrovano a gestire situazioni cariche di emotività e traumatiche. Come sottolinea la presidente della onlus, dietro le uniformi ci sono uomini e donne con famiglie, per i quali non è semplice sopportare il peso di tali eventi.

Un progetto di civiltà: supporto psicologico immediato per affrontare il trauma
L’associazione “Mai più soli” ha lanciato un avviso pubblico per selezionare professionisti qualificati da coinvolgere nel progetto, creando una lista di psicologi disponibili a intervenire in situazioni di crisi. *L’intento primario è quello di mettere a disposizione un team di esperti capace di prendersi cura del benessere psicologico di coloro che si trovano a fronteggiare una morte improvvisa.* Questo intervento tempestivo è fondamentale per prevenire lo sviluppo di disturbi post-traumatici da stress e favorire un processo di elaborazione del lutto più sano e costruttivo.
Il progetto si propone di coordinare le operazioni più delicate e l’approccio con i familiari, offrendo un supporto qualificato ai poliziotti. L’iniziativa, definita come “un progetto di civiltà e di grande umanità”, mira a colmare una lacuna importante nell’assistenza alle vittime di incidenti stradali e ai loro familiari, riconoscendo l’importanza del supporto psicologico immediato per affrontare il trauma.
Empoli: mediatori di strada per una gestione più umana delle emergenze
Anche il comune di Empoli ha avviato un’iniziativa volta a migliorare la gestione delle emergenze e l’approccio con i familiari delle vittime. Attraverso un bando per la selezione di “mediatori di strada”, l’amministrazione comunale intende dotarsi di figure professionali in grado di coordinare le operazioni più delicate e di offrire un supporto qualificato ai poliziotti.
Questo progetto, che ha visto il coinvolgimento di personalità di spicco come il magistrato Di Bella e don Ciotti, si inserisce in un contesto più ampio di attenzione alla salute mentale e al benessere psicologico della comunità. L’iniziativa prevede anche un ciclo di incontri con le forze dell’ordine, a partire dal 5 maggio 2025, con l’obiettivo di sensibilizzare e formare gli operatori sulle tematiche del trauma e della gestione delle emozioni.
Oltre il dolore: la resilienza e la trasformazione del trauma in impegno sociale
La storia di Valentina Borgogni e dell’associazione “Mai più soli” dimostra come il dolore, seppur incommensurabile, possa essere trasformato in un motore di cambiamento sociale. L’impegno nell’educazione stradale e nel supporto alle vittime di incidenti stradali rappresenta una forma di resilienza, una capacità di superare le avversità e di trovare un significato nella sofferenza.
L’iniziativa di Empoli, con l’introduzione dei mediatori di strada, testimonia una crescente consapevolezza dell’importanza di un approccio più umano e sensibile nella gestione delle emergenze. Questi progetti, che mettono al centro la persona e la sua salute psicologica, rappresentano un passo avanti significativo verso una società più attenta e inclusiva.
La psicologia cognitiva ci insegna che i traumi possono alterare la percezione della realtà e la memoria, portando a disturbi come il PTSD. Un intervento precoce, basato su tecniche di terapia cognitivo-comportamentale, può aiutare a rielaborare l’esperienza traumatica e a ridurre i sintomi.
Un approccio avanzato potrebbe consistere nell’integrazione di tecniche di realtà virtuale per esporre gradualmente la persona all’evento traumatico in un ambiente sicuro e controllato, facilitando così il processo di desensibilizzazione e rielaborazione.
Riflettiamo su come la nostra società affronta il dolore e la sofferenza. Siamo davvero pronti ad accogliere e sostenere chi ha subito un trauma? Cosa possiamo fare, individualmente e collettivamente, per creare una rete di supporto più efficace e compassionevole?