E-Mail: [email protected]
- Soccorso sul Monte Matajur: donna di 40 anni con sospetta frattura.
- Laghi di Fusine: intervento per donna del 1961 con trauma facciale.
- Elicottero indispensabile per recuperare escursionista disorientata tra Monte Festa e San Simeone.
Interventi di Soccorso Alpino: Una Domenica di Sfide in Montagna
La giornata odierna, 31 marzo 2025, ha visto un’intensa attività per i tecnici del Soccorso Alpino, chiamati a intervenire in diverse situazioni di emergenza che hanno coinvolto escursionisti in difficoltà. Questo scenario conferma una tendenza preoccupante evidenziata da un recente rapporto annuale, che sottolinea la frequenza crescente di interventi legati a escursionisti, spesso impreparati ad affrontare le sfide della montagna.
Tra le 14:00 e le 15:00, la stazione di Udine del Soccorso Alpino, in collaborazione con l’elisoccorso regionale e un’ambulanza, è intervenuta sul Monte Matajur per soccorrere una donna di Gorizia, di circa 40 anni, che ha riportato una sospetta frattura alla caviglia. La donna, che si trovava in compagnia del marito e dei figli, era impossibilitata a proseguire la discesa. L’intervento è stato reso possibile grazie all’intervento del secondo elicottero dell’elisoccorso, proveniente da Claut, dove era in corso un’esercitazione. Due tecnici sono stati imbarcati e trasportati sul luogo dell’incidente. La donna è stata poi trasferita al rifugio Pelizzo, dove è stata presa in carico dall’ambulanza.
Contemporaneamente, tra le 15:40 e le 16:40, la stazione di Cave del Predil del Soccorso Alpino, in collaborazione con la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco e un’ambulanza, è stata attivata ai laghi di Fusine. Una donna, nata nel 1961 e proveniente dal Friuli collinare, è inciampata lungo il sentiero del lungolago, riportando un trauma facciale. Fortunatamente, al momento dell’arrivo dei soccorritori, la donna si era già ripresa, ma è stata comunque visitata dall’equipaggio dell’ambulanza per accertamenti.
L’Odisea di un’Escursionista Smarrita: Un Intervento Complicato
L’intervento più complesso e prolungato della giornata si è verificato tra le 15:40 e le 19:00. *Una escursionista ha allertato i servizi di emergenza, comunicando di aver perso l’orientamento durante la fase di discesa tra il Monte Festa e il San Simeone. Pur non avendo problemi di salute, la donna era disorientata e incapace di orientarsi. Grazie al sistema di georeferenziazione SMS locator, è stato possibile individuare con precisione la sua posizione. Le squadre di soccorritori della stazione di Udine, affiancate dai soccorritori della Guardia di Finanza, si sono dirette verso la zona, inizialmente seguendo la strada asfaltata del San Simeone e poi percorrendo un tratto di strada fino agli Stavoli Trions. Malgrado ciò, le coordinate ottenute indirizzarono i team di ricerca verso una zona particolarmente scoscesa e rischiosa, rendendo inaccessibile il punto in cui si trovava l’escursionista, situato sopra dei dirupi. A quel punto, si rese necessario richiedere nuovamente l’intervento del secondo elicottero del servizio di elisoccorso regionale; un tecnico specializzato fu prelevato ad Artegna e trasportato in quota, dove venne calato con il verricello per prelevare la donna.* Successivamente, con ulteriori rotazioni, sono stati recuperati anche i soccorritori che avevano raggiunto le vicinanze della donna.

Impatto Psicologico degli Incidenti in Montagna: Traumi e Resilienza
Questi eventi, purtroppo frequenti, sollevano importanti questioni relative alla preparazione degli escursionisti e alla consapevolezza dei rischi connessi all’attività in montagna. Oltre ai traumi fisici, come fratture e lesioni, è fondamentale considerare l’impatto psicologico che tali esperienze possono avere sulle persone coinvolte. La paura, lo stress e il senso di vulnerabilità possono lasciare segni profondi, soprattutto in chi si trova a vivere situazioni di pericolo o di isolamento.
La psicologia del trauma ci insegna che eventi come quelli descritti possono innescare reazioni emotive intense e durature, che possono manifestarsi attraverso sintomi come ansia, incubi, flashback e difficoltà di concentrazione. In alcuni casi, può svilupparsi un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress (PTSD). È quindi fondamentale che le persone coinvolte in incidenti in montagna ricevano un adeguato supporto psicologico, per elaborare l’esperienza traumatica e ritrovare un equilibrio emotivo.
La resilienza, ovvero la capacità di superare le avversità e di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, gioca un ruolo cruciale in questo processo. La resilienza non è una caratteristica innata, ma una competenza che può essere sviluppata e potenziata attraverso strategie di coping efficaci, il sostegno sociale e l’accesso a risorse psicologiche adeguate.
Prevenzione e Consapevolezza: Chiavi per un’Esperienza Montana Sicura e Appagante
Gli incidenti descritti evidenziano l’importanza della prevenzione e della consapevolezza dei rischi connessi all’attività escursionistica. Una preparazione adeguata, che includa la conoscenza del percorso, la verifica delle condizioni meteorologiche, l’utilizzo di attrezzatura appropriata e la capacità di orientarsi, può ridurre significativamente il rischio di incidenti.
È inoltre fondamentale promuovere una cultura della responsabilità e del rispetto per l’ambiente montano, incoraggiando gli escursionisti a valutare attentamente le proprie capacità e a non sottovalutare i pericoli potenziali. La montagna può offrire esperienze straordinarie e appaganti, ma richiede prudenza, preparazione e consapevolezza.
La salute mentale degli escursionisti è un aspetto cruciale da considerare. Lo stress e la paura sperimentati durante un incidente possono avere conseguenze a lungo termine. Un approccio integrato che combini la preparazione fisica con il supporto psicologico può fare la differenza nel garantire un’esperienza montana sicura e positiva.
Oltre la Cronaca: Riflessioni sulla Fragilità Umana e la Forza della Resilienza
Gli eventi di oggi ci ricordano la fragilità umana di fronte alla potenza della natura, ma anche la straordinaria capacità di resilienza che risiede in ognuno di noi. La montagna, con la sua bellezza e i suoi pericoli, ci mette di fronte ai nostri limiti e alle nostre paure, ma ci offre anche l’opportunità di superarli e di scoprire risorse interiori che non pensavamo di possedere.
Questi episodi ci invitano a riflettere sull’importanza della preparazione, della consapevolezza e del rispetto per l’ambiente, ma anche sulla necessità di prenderci cura della nostra salute mentale e di quella degli altri. Il supporto psicologico, l’empatia e la solidarietà possono fare la differenza nel superare un’esperienza traumatica e nel ritrovare un equilibrio emotivo.
Un concetto base della psicologia cognitiva applicabile a questi eventi è la distorsione cognitiva nota come “ottimismo irrealistico”, ovvero la tendenza a sottovalutare i rischi e a sovrastimare le proprie capacità. Una nozione più avanzata è la terapia dell’esposizione, utilizzata per trattare i disturbi d’ansia e il PTSD, che consiste nell’esporre gradualmente il paziente allo stimolo temuto, in un ambiente sicuro e controllato, per ridurre la risposta di paura.
Riflettiamo: quante volte ci siamo sentiti invincibili, sottovalutando i pericoli che ci circondano? E quante volte abbiamo avuto bisogno dell’aiuto degli altri per superare un momento difficile? La montagna, come la vita, ci mette di fronte a sfide che possiamo affrontare solo con umiltà, preparazione e solidarietà.