Come una nuova cultura della salute mentale può salvare i giovani?

La recente audizione davanti alla commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza ha messo in luce l’importanza di promuovere una nuova cultura della salute mentale all’interno delle famiglie e delle scuole. Alberto Siracusano, professore di psichiatria presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e coordinatore del Tavolo tecnico del Ministero della Salute, ha sottolineato come sia cruciale cogliere precocemente le cause dei disturbi mentali per prevenirle e gestirle. Il programma d’indagine si concentra sulla fragilità emotiva e psicologica dei giovani, con l’obiettivo di evitare la sottovalutazione di segnali che possono manifestarsi già nei primi anni di vita.

Determinanti delle Dipendenze e dei Disturbi Mentali

Parte integrante di questa nuova cultura è il riconoscimento precoce dei determinanti delle dipendenze comportamentali e dei disturbi mentali, come la solitudine. Questi fenomeni sono particolarmente diffusi tra i giovani e richiedono interventi di supporto per le persone in età evolutiva e le loro famiglie. Un altro tema centrale del Piano nazionale di azioni per la salute mentale è la transizione del paziente all’età adulta, un passaggio delicato che necessita di un approccio multidisciplinare. Ciononostante, al momento vi sono ostacoli di natura sia culturale che amministrativa che complicano il mantenimento continuato delle terapie, che è, invece, di importanza cruciale.

Il Ruolo delle Agenzie Educative

La presidente Michela Vittoria Brambilla ha evidenziato il rischio che le grandi agenzie educative, come la famiglia e la scuola, sottovalutino i segnali di disagio che si manifestano fin dai primi anni scolastici. L’implementazione del Piano nazionale di azioni per la salute mentale mira a ridurre l’incidenza di disturbi come ansia e depressione tra i giovani, promuovendo un ambiente educativo più consapevole e attento ai bisogni psicologici degli studenti.

Un Sistema di Giustizia Inclusivo e Solidale

Parallelamente, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra la Regione Campania, il Tribunale di Napoli e l’Ufficio Interdistrettuale per l’esecuzione penale esterna della Campania. Questo accordo mira a favorire il reinserimento sociale di chi ha commesso reati attraverso lavori di pubblica utilità. Queste attività non solo rappresentano una misura alternativa alla detenzione, ma offrono anche un’opportunità di responsabilizzazione e risocializzazione. Le organizzazioni pubbliche e le associazioni impegnate nel progetto avranno accesso a risorse dedicate per migliorare i servizi alla comunità, offrendo un impatto positivo in diversi settori, inclusa la protezione ambientale e l’assistenza per persone in situazioni di vulnerabilità.

Riflessioni sulla Salute Mentale e il Reinserimento Sociale

Nel contesto della psicologia cognitiva, è fondamentale comprendere come i pensieri e le emozioni influenzino il comportamento dei giovani. La capacità di riconoscere e gestire le emozioni è essenziale per prevenire disturbi mentali e promuovere il benessere psicologico. Allo stesso modo, la psicologia comportamentale ci insegna che i comportamenti appresi possono essere modificati attraverso interventi mirati, offrendo ai giovani strumenti concreti per affrontare le sfide quotidiane.

Un concetto avanzato da considerare è l’importanza della resilienza, la capacità di adattarsi positivamente alle avversità. Sviluppare la resilienza nei giovani può aiutarli a superare momenti difficili e a costruire una vita soddisfacente e significativa. Riflettendo su questi temi, possiamo chiederci come possiamo contribuire, come individui e come società, a creare un ambiente che supporti la crescita e il benessere psicologico dei nostri giovani.