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Allarme: l’iperprotezione genitoriale causa traumi come i maltrattamenti

Una nuova ricerca rivela che l'eccessivo controllo dei genitori può alterare l'attività cerebrale dei figli, rendendoli più vulnerabili allo stress e all'ansia. Scopri come riconoscere e affrontare questi 'traumi silenziosi'.
  • L'ipercontrollo altera la connettività cerebrale, studio su 71 giovani.
  • L'oms dovrebbe includere l'ipercontrollo tra le forme di maltrattamento.
  • I traumi silenziosi modificano l'espressione genica, impatto sull'epigenetica.

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L’impatto Silenzioso dell’Iperprotezione Genitoriale: Una Nuova Prospettiva sui Traumi Infantili

Studi recenti, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e l’Università Europea di Roma, hanno evidenziato una problematica spesso trascurata: l’eccessiva protezione e il controllo asfissiante da parte dei genitori possono ripercuotersi sullo sviluppo emotivo e neurologico dei bambini in maniera simile a maltrattamenti più manifesti. Questa scoperta, diffusa attraverso pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali come Child Abuse & Neglect e Journal of Affective Disorders, segna una svolta nella comprensione dei traumi infantili e inaugura nuove prospettive sulla salute mentale dei giovani.

La professoressa Rita Ardito, coordinatrice del progetto, evidenzia come il gruppo di ricerca torinese sia stato tra i primi al mondo a dimostrare che la genitorialità eccessivamente controllante può essere considerata una vera e propria forma di trauma relazionale. Questo stile genitoriale, apparentemente guidato da un’eccessiva cura e affetto, può in realtà ostacolare lo sviluppo dell’indipendenza e della fiducia in sé del bambino, imprimendo segni concreti sul funzionamento del suo cervello.

Evidenze Neuroscientifiche: Le Impronte dell’Ipercontrollo sul Cervello

Una delle due ricerche condotte ha analizzato l’attività cerebrale di 71 giovani adulti tramite elettroencefalogramma (EEG), svelando una connettività alterata tra le aree cerebrali coinvolte nella percezione delle minacce e nella regolazione delle emozioni. Ciò indica che un’infanzia trascorsa sotto costante vigilanza e senza l’opportunità di esplorare il mondo in autonomia può lasciare una sorta di “marchio” nel cervello, rendendo l’individuo più incline a stress e ansia.

L’altra indagine, condotta su un diverso gruppo di partecipanti, ha invece rivelato che coloro che riferiscono esperienze di cure genitoriali problematiche manifestano risposte cerebrali anomale di fronte a stimoli legati al legame affettivo.

Verso un Nuovo Modo di Intendere il Maltrattamento nell’Infanzia

Attualmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) identifica quattro tipologie di maltrattamento infantile: l’abuso fisico, l’abuso sessuale, la negligenza e l’abuso di tipo emotivo.
Tenendo conto delle nuove evidenze scientifiche, i ricercatori di Torino propongono di includere il controllo genitoriale eccessivo tra le varie forme di maltrattamento, riconoscendone la capacità di provocare conseguenze significative e durature.

Come afferma la professoressa Ardito, le forme meno visibili di disagio familiare sono spesso le più difficili da riconoscere, ma ciò non le rende meno gravi. È fondamentale che questi “traumi silenziosi” trovino spazio nel dibattito pubblico e nei protocolli clinici, al fine di garantire un intervento precoce e mirato.

È essenziale che queste sofferenze nascoste siano riconosciute pubblicamente e considerate all’interno dei protocolli medici, così da consentire interventi tempestivi e specifici.

Oltre la Superficie: Riconoscere e Affrontare i Traumi Silenziosi

La ricerca condotta a Torino non solo fornisce nuove evidenze scientifiche sull’impatto dell’iperprotezione genitoriale, ma lancia anche un importante messaggio di sensibilizzazione. È essenziale che genitori, educatori e professionisti della salute mentale siano consapevoli dei potenziali danni causati da un controllo eccessivo e che si impegnino a promuovere stili genitoriali basati sull’autonomia, la fiducia e il rispetto dei bisogni individuali del bambino. Solo in questo modo sarà possibile prevenire i “traumi silenziosi” e garantire un sano sviluppo emotivo e psicologico per le future generazioni.

Amico lettore, riflettiamo insieme. Quante volte abbiamo sentito dire “lo faccio per il suo bene”? Dietro questa frase, spesso si nasconde un controllo eccessivo che, come abbiamo visto, può avere conseguenze negative sullo sviluppo del bambino. In psicologia cognitiva, questo fenomeno è legato al concetto di schema, ovvero un modello mentale che utilizziamo per interpretare la realtà. Genitori con schemi iperprotettivi tendono a percepire il mondo come un luogo pericoloso e a vedere i propri figli come vulnerabili e incapaci di affrontare le sfide della vita.
Un concetto più avanzato è quello di epigenetica. Studi recenti dimostrano che le esperienze traumatiche, come l’ipercontrollo genitoriale, possono modificare l’espressione dei nostri geni, influenzando la nostra salute mentale e fisica anche a distanza di generazioni. Questo significa che i “traumi silenziosi” possono avere un impatto molto più profondo e duraturo di quanto immaginiamo. Cerchiamo di essere consapevoli dei nostri schemi e di promuovere un ambiente familiare basato sull’autonomia e la fiducia, per il bene dei nostri figli e delle generazioni future.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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