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- Mario Desiati torna con Malbianco, un romanzo che esplora i traumi ereditati e la memoria familiare.
- Il protagonista Marco Petrovici si confronta con svenimenti inspiegabili, legati al suo passato a Taranto.
- Il misterioso prozio Pepin diventa un simbolo di segreti familiari, con un episodio accaduto nel 1987.
Il Ritorno alle Origini: Un Viaggio nella Memoria Familiare
Nel suo ultimo romanzo, Malbianco, Mario Desiati esplora le profondità della memoria familiare e dei traumi ereditati. Dopo il successo di Spatriati, vincitore del Premio Strega 2022, Desiati torna con una narrazione che intreccia il personale con l’universale, affrontando il tema della ricerca di sé attraverso il passato. Il protagonista, Marco Petrovici, soffre di svenimenti inspiegabili che lo portano a tornare a Taranto, la sua città natale, dopo un periodo trascorso a Berlino. Convinto che le sue radici contengano la chiave del suo malessere, Marco si imbarca in un viaggio per ricostruire la trama frammentata delle sue origini. “Ci sono gli abbandoni e gli abusi, certo, ma esistono anche altre avversità più sottili che cambiano l’esistenza di un essere umano,” afferma Desiati, sottolineando come i traumi possano essere tramandati di generazione in generazione.
Il Mistero del Prozio Pepin: Una Melodia di Ricordi
Un’infanzia carica di immagini diventa la spinta iniziale per Marco: nel mercoledì delle ceneri del 1987, il suo prozio Pepin, rimasto silente dalla fine della seconda guerra mondiale, viene avvistato mentre canta e suona il violino sulla struttura del ponte della città vecchia. Questo episodio, avvolto nel mistero e nel silenzio, diventa un tabù nella famiglia Petrovici. Marco si trova a confrontarsi con le resistenze e le omissioni dei suoi familiari, che negano l’accaduto, insinuando che sia solo frutto della sua immaginazione. “Quella negazione fu un guaio, perché dentro di me seminò il dubbio. Sono malato? Devo smettere di fidarmi di loro?” si chiede Marco, mentre cerca di svelare i segreti nascosti sotto il velo della memoria familiare.
Traumi Ereditati: Un Fardello Invisibile
Desiati descrive come i traumi possano essere paragonati a un mal bianco, un fungo che attacca le piante rivestendole di uno strato polveroso, interrompendo il loro processo di crescita. Nel contesto del romanzo, il mal bianco rappresenta i segreti di famiglia che ostacolano l’evoluzione personale. Questi sono denominati, dall’autore, come quei segreti familiari che debilitano congelando il naturale sviluppo e progresso. La scrittura diventa per Desiati un atto spirituale, un mezzo per esplorare e comprendere la realtà che ci circonda. “È alla base della letteratura riconoscere la propria ferita,” afferma, sottolineando l’importanza di affrontare le proprie fragilità in un mondo che ci vuole perfetti e competitivi.

La Memoria Smarrita: Una Riflessione sul Presente
Desiati conclude il suo romanzo con una riflessione sulla memoria smarrita del nostro secolo. “Dimenticare gli errori commessi nel passato ti condanna a riviverli,” avverte, invitando i lettori a non perdere di vista le lezioni del passato. La scrittura diventa un mezzo per preservare la memoria e affrontare i traumi ereditati, permettendo una crescita personale e collettiva.
In psicologia cognitiva, il concetto di memoria episodica è fondamentale per comprendere come gli eventi personali influenzino il nostro comportamento e la nostra identità. La memoria episodica ci permette di rivivere esperienze passate, fornendo un contesto per le nostre emozioni e decisioni attuali. Questo processo è essenziale per la crescita personale e per affrontare i traumi del passato.
In un contesto più avanzato, la psicologia transgenerazionale esplora come i traumi e le esperienze vissute dai nostri antenati possano influenzare le generazioni successive. Questo campo di studio sottolinea l’importanza di riconoscere e affrontare i traumi ereditati per interrompere il ciclo di sofferenza e promuovere il benessere psicologico. Riflettere su questi concetti può aiutarci a comprendere meglio noi stessi e a costruire un futuro più consapevole e sereno.