Incidente a esine: l’impatto psicologico oltre il danno fisico

Il caso dell’incidente avvenuto a Esine pone in evidenza un aspetto vitale: la sicurezza sulle strade non si limita unicamente al tentativo di prevenire sinistri, bensì abbraccia anche la questione della gestione delle sue ripercussioni sia sul piano fisico che su quello psicologico. È imperativo che le varie comunità insieme alle istituzioni si impegnino nella creazione di uno spazio urbano accogliente e protettivo per tutti coloro che utilizzano le vie pubbliche. Tra i passaggi necessari troviamo l’adozione di misure preventive come programmi formativi indirizzati alla promozione della guida responsabile ed il sostegno morale e psicologico rivolto a chiunque ne manifesti bisogno.

Dall’angolazione offerta dalla disciplina della psicoanalisi cognitiva, risulta imprescindibile analizzare il modo in cui i traumi vissuti influiscano sul comportamento successivo dei soggetti interessati. Chi ha subito direttamente un incidente stradale tende a sviluppare una forma acuita di percezione del rischio associato alla circolazione veicolare; tale fenomeno potrebbe agevolmente tradursi nell’assunzione di atteggiamenti più prudenti durante la guida stessa. Nonostante ciò risulti altamente positivo, è altrettanto importante evitare l’insorgere di timori paralizzanti; piuttosto questo nuovo grado d’attenzione dovrebbe servire da base solida verso conduzioni auto più sagge.

Osservando sotto una luce innovativa mediante i concetti avanzati proposti dalla teoria comportamentista emergono opportunità insospettabili: i momenti difficili possono essere colti come chance preziose per favorire lo sviluppo individuale ed interiore del soggetto stesso. Mediante un percorso caratterizzato da analisi e sostegno, le persone hanno la possibilità di acquisire una resilienza che faciliterà la gestione delle difficoltà prossime. Tale evoluzione non è immediata né priva di assistenza, ma tende a favorire una profonda presa di coscienza riguardo alle proprie potenzialità.