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- Negli ultimi due anni, otto tra psichiatri e psicologi hanno lasciato il Centro di Salute Mentale di Muraglia.
- La spesa destinata alla salute mentale nelle Marche è del 2,3% del Fondo sanitario, inferiore alla media nazionale del 3,5%.
- L'unico psichiatra disponibile fatica a gestire tutte le richieste, con liste di prenotazione costantemente chiuse.
La situazione al Centro di Salute Mentale di Muraglia, a Pesaro, è diventata critica. Negli ultimi due anni, otto tra psichiatri e psicologi hanno abbandonato il dipartimento, attratti da opportunità più remunerative in Romagna o da altre professioni. Attualmente, il centro dispone di un solo psichiatra, supportato da un tirocinante ventisettenne e da un medico che si sposta dal reparto di psichiatria per assistere i suoi pazienti. Le liste di prenotazione sono chiuse, e chi necessita di assistenza deve tentare di prenotare un appuntamento il lunedì mattina presto, quando in pochi minuti gli slot disponibili si esauriscono. Questa situazione è stata definita “intollerabile” dalla consigliera regionale Micaela Vitri, che ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale.
La risposta della Giunta regionale
La Giunta Acquaroli è stata criticata per la sua apparente mancanza di consapevolezza riguardo alla crisi nei centri di salute mentale. L’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha affermato di aver incrementato la quota di spesa destinata alla salute mentale al 3,6%, mettendola al di sopra della media del Paese, che si attesta al 3%. Tuttavia, Vitri ha contestato questi dati, sottolineando che la media nazionale è in realtà del 3,5%. Inoltre, ha chiesto chiarimenti sull’attuazione della risoluzione del 2021 che impegnava la Regione ad aumentare le risorse destinate alla salute mentale. La risposta dell’assessore è stata giudicata insoddisfacente, in quanto non ha fornito riferimenti concreti ai dati riportati.
- 😊 Finalmente un passo avanti nella consapevolezza della salute mentale......
- 😡 È inaccettabile che il centro sia in queste condizioni......
- 🤔 E se adottassimo strategie di resilienza anche a livello istituzionale......
Le conseguenze per i pazienti
La mancanza di sufficiente personale al Centro di Salute Mentale di Muraglia ha avuto gravi ripercussioni sui pazienti, molti dei quali sono stati lasciati senza assistenza. Tra questi, ci sono donne vittime di stalking e persone con fragilità mentali che necessitano di supporto costante. La sola presenza di un singolo psichiatra rende irrealizzabile il soddisfacimento di tutte le richieste presenti, oltre che il recupero delle situazioni arretrate. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che la Regione Marche spende solo il 2,3% del Fondo sanitario per la salute mentale, una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale del 3,5%.
Un appello per un cambiamento
La consigliera Vitri ha sollecitato un confronto serio con la dirigenza del Centro di Salute Mentale di Muraglia per affrontare i problemi sanitari del territorio. Ha inoltre espresso la speranza che il prossimo Bilancio di Previsione 2025-2027 preveda un aumento consistente delle risorse dedicate alla salute mentale, piuttosto che le solite “mancette” elettorali. La situazione attuale richiede un investimento economico, sociale e culturale significativo per garantire un’assistenza adeguata ai pazienti affetti da disturbi psichici.
In un contesto in cui la salute mentale è spesso trascurata, è fondamentale comprendere l’importanza di un supporto adeguato. La psicologia cognitiva ci insegna che il benessere mentale è strettamente legato alla nostra capacità di elaborare informazioni e gestire le emozioni. In situazioni di crisi, come quella del Centro di Salute Mentale di Muraglia, è essenziale garantire un accesso equo e tempestivo ai servizi di salute mentale.
Un concetto avanzato da considerare è quello della resilienza, la capacità di adattarsi positivamente a situazioni avverse. In un sistema sanitario in difficoltà, la resilienza può essere coltivata non solo a livello individuale, ma anche all’interno delle istituzioni, attraverso politiche che promuovano la formazione continua del personale e l’allocazione adeguata delle risorse. Riflettendo su questi aspetti, possiamo contribuire a creare un ambiente più sostenibile e inclusivo per tutti coloro che necessitano di supporto psicologico.