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7 evidenze scioccanti sulla salute mentale dei giovani nel 2024 dall’Unicef

Le difficoltà mentali dei giovani rilevate da progetti come 'Mi vedete?' e dai recenti report europei sono preoccupanti. Scopri i dati allarmanti e le cause primarie di questo disagio.
  • Quasi 50% dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di soffrire di ansia e depressione post-pandemia.
  • Il 71% degli studenti prova disagio, mentre solo il 31% dei genitori ne è consapevole.
  • Nel report Unicef, 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni nell'Unione Europea soffrono di problemi di salute mentale.

La Salute Mentale dei Giovani: Un Allarme in Crescita

La salute mentale dei giovani è un tema di crescente preoccupazione. Secondo un’indagine condotta nel 2022 dal Censis, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Nazionale dei Giovani, quasi metà dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione a seguito della pandemia. Questo dato è emerso dal progetto “Mi vedete?”, che ha portato il tema della salute mentale all’interno delle classi con giornate di consapevolezza e workshop dedicati.

I dati raccolti dal progetto sono allarmanti: il 100% degli insegnanti ha affermato di aver riscontrato difficoltà nei ragazzi, mentre solo il 31% dei genitori ne è cosciente. Inoltre, il 71% dei giovani ascoltati ha dichiarato di provare disagio. La causa principale del malessere, secondo il 27% degli adolescenti, è il rapporto con i genitori e la scuola. Tuttavia, i genitori attribuiscono la causa principale alla scuola, mentre i docenti ritengono che la causa primaria siano i genitori, creando un circolo vizioso di scarico di responsabilità.

Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria e Coordinatore del Tavolo Tecnico Salute Mentale del Ministero della Salute, ha sottolineato l’importanza di fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per sviluppare il benessere della mente e favorire l’equilibrio delle relazioni sociali, familiari e formative.

Un Grido d’Allarme: Il Report dell’Unicef

Un grido d’allarme è stato lanciato anche dal nuovo report dell’Unicef “Child and Adolescent Mental Health – State of Children in European Union 2024”, pubblicato durante la Settimana Europea della Salute Mentale. Secondo il report, circa 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni nell’Unione Europea soffrono di problemi di salute mentale, con una prevalenza del 13%. Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di questa fascia d’età, dopo gli incidenti stradali.

I dati sull’accesso ai servizi per la salute mentale mostrano che, per quasi la metà dei giovani tra i 18 e i 29 anni, i bisogni di assistenza non sono soddisfatti. Questo ha spinto Cosmopolitan a condurre una Grande Inchiesta sul corpo e la salute mentale, coinvolgendo oltre 5000 persone tra utenti del sito, follower e amici del brand. Il risultato ha evidenziato una percezione distorta del proprio corpo e un forte senso di non essere ascoltati o compresi.

La presidente della Società Italiana di Psichiatria, Liliana Dell’Osso, ha dichiarato che la depressione è una malattia, non una scelta, e ha esortato i giovani a trovare il coraggio di parlarne apertamente.

Il Progetto “Mi Vedete?” e i Suoi Risultati

Il progetto “Mi vedete?”, nato dalla collaborazione tra Lundbeck Italia e l’azienda di consulenza Your Business Partner, ha coinvolto studenti, insegnanti, famiglie ed esperti in sei giornate di awareness, 96 conversazioni antropologiche e sei workshop. I dati raccolti sono stati presentati a Roma durante una conferenza stampa a porte chiuse con le istituzioni, con l’obiettivo di promuovere il dibattito e replicare il progetto in altre scuole.

Secondo Sergio De Filippis, docente di Psichiatria delle dipendenze all’Università di Roma La Sapienza, il 71% degli studenti intervistati ha dichiarato di provare disagio, mentre solo il 31% dei genitori ne è consapevole. Inoltre, il 54% degli studenti ha riportato l’uso di sostanze, il 38% ha avuto disturbi alimentari e il 63% ha sofferto di disturbi del sonno.

Ketty Vaccaro, responsabile Salute e Welfare del Censis, ha sottolineato che la pandemia ha avuto un impatto maggiore sui giovani, con il 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni che ha sofferto di disturbi psicologici. Questo ha evidenziato una vulnerabilità di base dell’adolescente, che vive un passaggio esistenziale delicato e spesso senza il supporto del gruppo dei pari.

La Situazione in Italia e le Raccomandazioni dell’Unicef

In Italia, oltre 700.000 giovani soffrono di depressione e altri disturbi mentali. Secondo i dati dell’Unicef, circa 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni nell’Unione Europea soffrono di problemi di salute mentale. Tra le persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di questa fascia d’età, dopo gli incidenti stradali.

Nel 2020, circa 931 giovani in Europa sono morti per suicidio, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana. In Italia, tra il 2011 e il 2020, il 43% dei giovani che si sono tolti la vita erano ragazzi e il 36% ragazze. La metà dei problemi di salute mentale si manifesta entro i 18 anni, ma molti casi non vengono individuati né trattati.

L’Unicef ha invitato gli Stati membri dell’UE a investire maggiormente nei servizi per la salute mentale e a promuovere iniziative di prevenzione e stili di vita positivi. In Italia, il livello di soddisfazione dei giovani è sceso dal 74% del 2018 al 69% del 2022, indicando un malessere diffuso e un declino del grado di soddisfazione dei giovani.

Bullet Executive Summary

La salute mentale dei giovani è una questione di crescente preoccupazione, con quasi metà dei giovani italiani tra i 18 e i 25 anni che ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione a seguito della pandemia. Il progetto “Mi vedete?” ha portato il tema della salute mentale all’interno delle scuole, evidenziando una diversa percezione della realtà tra studenti, genitori e docenti. Il report dell’Unicef ha sottolineato che circa 11,2 milioni di bambini e giovani sotto i 19 anni nell’Unione Europea soffrono di problemi di salute mentale, con il suicidio che rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani di questa fascia d’età.

Una nozione base di psicologia cognitiva applicabile a questo tema è il concetto di bias di conferma, che può influenzare la percezione dei genitori e degli insegnanti riguardo al disagio dei giovani. Questo bias porta le persone a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni preesistenti, rendendo difficile riconoscere i segnali di disagio nei giovani.

Una nozione avanzata di psicologia comportamentale è il concetto di rinforzo negativo, che può spiegare perché i giovani evitano di parlare del loro disagio. Il rinforzo negativo si verifica quando un comportamento viene rafforzato dalla rimozione di uno stimolo avversivo. In questo caso, i giovani potrebbero evitare di parlare del loro disagio per evitare il giudizio o lo stigma, perpetuando così il ciclo di sofferenza non riconosciuta e non trattata.

In conclusione, è fondamentale che le istituzioni, le scuole e le famiglie collaborino per creare un ambiente di ascolto e supporto per i giovani, al fine di prevenire che il disagio mentale si trasformi in disturbi più gravi. Ascoltare, comprendere e agire sono passi fondamentali per evitare che il disagio giovanile diventi un disturbo cronico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

2 commenti

  1. E’ fondamentale riconoscere la validità dei dati e agire immediatamente. La salute mentale dei giovani deve diventare una priorità istituzionale! Non possiamo ignorare questi numeri allarmanti.

  2. Non è possibile che la pandemia sia stata così devastante sui giovani. Sono solo esagerazioni e vittimismo. Ai miei tempi nessuno parlava di ansia o depressione, si tirava avanti e basta!

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