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- La povertà contribuisce causalmente al disturbo depressivo maggiore e alla schizofrenia, come dimostrato dallo studio pubblicato su Nature Human Behaviour.
- La riduzione del credito disponibile durante la pandemia ha influenzato negativamente la salute mentale degli uomini, in particolare dei giovani sotto i 44 anni e degli anziani sopra i 75 anni.
- Le donne tra i 55 e i 64 anni risentono maggiormente dell'aumento del tasso di disoccupazione, sottolineando la necessità di misure di protezione sociale mirate.
La povertà e i problemi di salute mentale sono strettamente collegati, e uno studio recente condotto da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) in collaborazione con l’USL IRCCS di Reggio Emilia, l’Amsterdam UMC e l’Università di Edimburgo, ha dimostrato che esiste una relazione causale bidirezionale tra queste due condizioni. Pubblicato su Nature Human Behaviour, lo studio evidenzia come i disturbi mentali possano ostacolare la stabilità finanziaria e come la povertà sia un fattore causale che porta a problemi di salute mentale.
Utilizzando dati della UK Biobank e del consorzio internazionale Psychiatric Genomic Consortium, il team di ricerca ha impiegato la tecnica della randomizzazione mendeliana per districare la relazione tra povertà e malattia mentale. Questo metodo permette di misurare l’influenza dei fattori di rischio sulla malattia attraverso la variazione genetica associata a determinati tratti. I risultati suggeriscono che una riduzione delle disuguaglianze potrebbe portare a miglioramenti significativi nella salute mentale delle comunità.
Impatto della povertà sulla salute mentale
La povertà è stata misurata in base al reddito familiare, al reddito da lavoro e alla deprivazione sociale. I ricercatori hanno scoperto che la povertà contribuisce causalmente al disturbo depressivo maggiore e alla schizofrenia. In particolare, il rischio di anoressia nervosa è ridotto in condizioni di povertà, mentre la schizofrenia e l’ADHD contribuiscono causalmente alla povertà. Questi risultati hanno rilevanza per le politiche pubbliche e l’approccio alla povertà e alla salute mentale, suggerendo che interventi efficaci potrebbero spezzare il ciclo tra povertà e problemi di salute mentale.
David Hill, genetista statistico presso l’Università di Edimburgo, ha spiegato che la randomizzazione mendeliana ha permesso di identificare con precisione gli effetti causali della povertà sulla malattia mentale. Marco Boks, psichiatra presso l’Amsterdam UMC, ha aggiunto che i risultati della ricerca sono fondamentali per sviluppare politiche che riconoscano l’influenza reciproca tra povertà e salute mentale.
Accesso al credito e salute mentale
Un altro studio condotto da ricercatori e ricercatrici di Unimore, pubblicato sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione, ha esaminato l’impatto del peggioramento delle condizioni economiche individuali dovuto alla ridotta disponibilità di accesso al credito, conseguenza della pandemia da COVID-19, sulla salute mentale. Lo studio ha rilevato che la salute mentale degli uomini, in particolare dei giovani sotto i 44 anni e degli anziani sopra i 75 anni, è maggiormente influenzata dalla riduzione della liquidità nel sistema economico.
Durante periodi di profonda crisi economica, come la Grande Recessione del 2008, la riduzione dell’offerta di credito aumenta la probabilità di fallimento delle famiglie debitrici e delle piccole imprese dipendenti dal finanziamento esterno. Le misure di protezione sociale hanno un ruolo importante nel ridurre le potenziali conseguenze negative per la salute mentale della popolazione. Tuttavia, in Italia, le politiche attive del lavoro proteggono scarsamente la salute mentale della popolazione, diversamente da quanto avviene in altri paesi.
Disuguaglianze di genere e salute mentale
Lo studio ha anche evidenziato importanti differenze di genere. Mentre gli uomini più giovani e più anziani sono più vulnerabili alla riduzione del credito disponibile, le donne risentono maggiormente dell’aumento del tasso di disoccupazione, in particolare nella fascia di età tra 55 e 64 anni. La Professoressa Barbara Pistoresi ha concluso che l’accesso al credito è un importante determinante del benessere psicologico per gli uomini, ma non per le donne, sottolineando la necessità di adeguate misure di protezione sociale per scongiurare le conseguenze negative sulla salute mentale.
Bullet Executive Summary
In conclusione, gli studi condotti da Unimore dimostrano chiaramente che esiste una relazione causale bidirezionale tra povertà e salute mentale. La povertà può portare a disturbi mentali, e viceversa, i disturbi mentali possono ostacolare la stabilità finanziaria. La riduzione delle disuguaglianze economiche e l’implementazione di misure di protezione sociale adeguate sono cruciali per migliorare la salute mentale delle comunità.
Una nozione base di psicologia cognitiva applicabile a questo tema è il concetto di bias di conferma, che può influenzare il modo in cui le persone percepiscono la loro situazione economica e di salute mentale. Ad esempio, una persona che crede di essere destinata alla povertà potrebbe interpretare ogni difficoltà finanziaria come una conferma di questa convinzione, peggiorando così il suo stato mentale.
Una nozione avanzata di psicologia comportamentale è il modello di vulnerabilità-stress, che spiega come fattori di stress ambientale, come la povertà, possano interagire con vulnerabilità individuali preesistenti per innescare disturbi mentali. Questo modello sottolinea l’importanza di interventi preventivi e di supporto per ridurre l’impatto dello stress economico sulla salute mentale.
Riflettendo su questi studi, è evidente che la salute mentale e la stabilità economica sono profondamente interconnesse. Interventi mirati e politiche pubbliche efficaci possono fare la differenza nel migliorare la qualità della vita delle persone e nel rompere il ciclo della povertà e dei problemi di salute mentale.