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Disagio psicologico giovanile: ecco perché non possiamo incolpare solo i social media

Un'analisi dettagliata sui fattori multifattoriali del disagio giovanile evidenzia che le tecnologie digitali non sono l'unico colpevole. Scopri le altre cause principali.
  • In Italia, 1 ragazzo su 5 si sente in ansia e 9 milioni di adolescenti in Europa hanno problemi di salute mentale.
  • Nel 2019, 143.000 utenti in Lombardia hanno contattato il servizio sanitario per disturbi neuropsichici.
  • Il 47,8% degli adolescenti presenta un utilizzo problematico dei videogiochi, con il 12% affetto da Gaming Disorder.
  • L'1,6% degli adolescenti italiani è affetto da grave ritiro sociale o hikikomori.
  • Dal 2016, il numero di pazienti con disturbi neuropsichiatrici è raddoppiato, con 1 bambino su 8 che soffre di un disturbo psichiatrico a livello globale.

Il disagio psicologico tra i giovani è un fenomeno complesso e multifattoriale che non può essere attribuito esclusivamente all’uso dei cellulari e dei social media. Secondo l’ultima indagine di Telefono Azzurro, in Italia, 1 ragazzo su 5 si sente in ansia, e 9 milioni di adolescenti in Europa hanno problemi di salute mentale. Un recente studio su “Neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti in Lombardia tra il 2015 e il 2022” ha mostrato un costante incremento del disagio, iniziato prima della pandemia, con un picco nel 2019. In quell’anno, 143.000 utenti hanno avuto contatti con il servizio sanitario per disturbi neuropsichici nell’infanzia e nell’adolescenza.

Il periodo post-pandemia ha visto un aumento significativo dei comportamenti autolesivi e suicidari, specialmente tra le femmine di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Tuttavia, attribuire questi problemi esclusivamente all’uso delle tecnologie digitali e dei social media è una semplificazione eccessiva. Un articolo su Nature avverte che incolpare solo i telefoni è un’idea suggestiva ma non supportata dalla scienza. La crescente isteria potrebbe distrarci dall’affrontare le vere cause dell’attuale crisi di salute mentale tra i giovani.

Secondo uno studio di OnePoll, solo il 27% dei bambini gioca regolarmente per strada, rispetto al 71% dei baby boomer. La mancanza di gioco all’aria aperta e di relazioni reali è un fattore che contribuisce al disagio giovanile. Elisa Fazzi, Direttore della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza presso ASST Spedali Civili di Brescia, sottolinea che la vita sociale in gruppo richiede continui aggiustamenti e verifica di sé, un processo che, sebbene faticoso, è fondamentale per la maturazione.

Dipendenza dai social e dai videogiochi, hikikomori e non solo: cosa sta succedendo ai nostri ragazzi

La dipendenza dai social media e dai videogiochi è un problema crescente tra gli adolescenti. Durante due giornate di formazione dedicate all’impatto delle tecnologie digitali sulla salute mentale, è emerso che il 47,8% degli adolescenti presenta un utilizzo problematico dei videogiochi, e il 12% soffre di dipendenza (Gaming Disorder). Analogamente, il 47,7% degli adolescenti ha un utilizzo problematico dei social media, con il 2,5% che soffre di dipendenza (Social Media Addiction).

Un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che l’1,6% degli adolescenti è affetto da grave ritiro sociale, fenomeno assimilabile all’hikikomori, caratterizzato dal recludersi nella propria stanza per lunghi periodi. Questo grave ritiro sociale è spesso correlato alla dipendenza da internet e da videogiochi, che caratterizzano rispettivamente il 50,77% e il 42,37% degli hikikomori.

L’utilizzo improprio delle tecnologie digitali non solo determina patologie specifiche, ma funge anche da fattore di rinforzo per altre patologie mentali. La letteratura scientifica ha correlato i disturbi digitali con deficit dell’attenzione, iperattività, autolesionismo, ideazione suicidaria, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, e dipendenza da gioco d’azzardo.

Dipendenza da social negli adolescenti: quando l’uso del web diventa patologico

La dipendenza dai social media e i disturbi alimentari e dell’umore sono in aumento tra gli adolescenti. Secondo Sara Carucci, referente per la Clinica di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza del Microcitemico di Cagliari, il numero di bambini e adolescenti che soffrono di disturbi psichiatrici è in aumento. Globalmente, 1 bambino su 8 soffre di un disturbo psichiatrico, e le richieste di consultazione psichiatrica in età infantile sono un motivo frequente di accesso ai servizi di emergenza.

Dal 2016, il numero di pazienti con disturbi neuropsichiatrici è raddoppiato. I fattori di rischio a cui i ragazzi sono esposti includono avversità precoci come abuso e bullismo, relazioni con i coetanei, pressione per conformarsi al gruppo, qualità della vita familiare, problemi socio-economici e l’influenza dei media. Più numerosi sono i fattori di rischio, maggiore è l’impatto sulla salute mentale.

L’ospedale Microcitemico di Cagliari ha registrato un aumento dei casi di ragazzi che si chiudono in casa, spaventati dal mondo. Questo fenomeno, noto come hikikomori, è preoccupante e diffuso a livello globale. Non è semplice distinguere una forma primaria di isolamento sociale da quelle associate ad altre psicopatologie come schizofrenia, depressione, ansia, autismo e disturbi di personalità.

Solo un fascino più grande può distogliere i ragazzi dalla smartphone mania

Frequenti sono gli allarmi sulla salute mentale dei giovani, spesso descritti come svogliati, impauriti, esauriti, tendenzialmente depressi e ribelli, con scarso rendimento scolastico e disadattamento esistenziale. Massimo Ammaniti, uno dei più noti specialisti italiani in neuropsichiatria infantile, ha sottolineato la necessità di un cambiamento nella scuola e nell’atteggiamento degli adulti verso la “generazione Zeta”, composta da giovani adolescenti nati tra la fine del secolo scorso e i primi anni di questo.

Ammaniti, nel suo libro “Anxious Generation”, e lo psicologo americano Jonathan Haidt, hanno evidenziato l’abuso di smartphone e il suo impatto sulla salute mentale dei giovani. Tuttavia, è fondamentale che gli adulti e le istituzioni trovino modi per affascinare i giovani con alternative costruttive e coinvolgenti, che possano distoglierli dall’uso eccessivo delle tecnologie digitali.

Bullet Executive Summary

L’articolo ha esplorato il complesso panorama del disagio psicologico giovanile, evidenziando come le cause siano multifattoriali e non esclusivamente legate all’uso dei cellulari e dei social media. Le cifre parlano chiaro: il disagio è in aumento, e le tecnologie digitali, sebbene contribuiscano, non sono l’unico fattore. La mancanza di relazioni reali e di gioco all’aria aperta, insieme a difficoltà familiari e pressioni sociali, giocano un ruolo significativo.

Una nozione base di psicologia cognitiva applicabile a questo contesto è il concetto di cognizione sociale, che si riferisce alla capacità di comprendere e rispondere agli stati mentali degli altri. La mancanza di interazioni reali può compromettere lo sviluppo di queste abilità nei giovani.

Una nozione avanzata di psicologia comportamentale è il concetto di rinforzo negativo, dove l’evitamento di situazioni sociali reali (per esempio, rifugiandosi nei social media) può ridurre temporaneamente l’ansia, ma a lungo termine peggiora il problema, creando un ciclo di evitamento e isolamento.

In conclusione, è fondamentale che genitori, educatori e professionisti della salute mentale collaborino per creare un ambiente che promuova relazioni reali, attività fisica e un uso consapevole delle tecnologie digitali, per aiutare i giovani a sviluppare le competenze sociali e cognitive necessarie per una vita equilibrata e soddisfacente.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

2 commenti

  1. Questo articolo evidenzia chiaramente che dare la colpa solo ai cellulari è una semplificazione. La salute mentale è complessa e ci sono molti fattori in gioco. @Paolo99

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