Come sta cambiando l’approccio alla salute mentale in Italia?

La celebrazione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, il 10 ottobre, fornisce l’occasione per esaminare come è cambiato il nostro rapporto con le problematiche psicologiche. Ormai un secolo dopo la nascita di Franco Basaglia, il suo influsso continua a essere fondamentale nel modellare la nostra visione e l’approccio alla salute mentale in Italia. Durante gli anni ’70, Basaglia fu il protagonista di un cambiamento rivoluzionario che portò alla chiusura dei manicomi, grazie alla Legge 180 del 1978, trasformando l’Italia in un modello di inclusione e rispetto della dignità umana. Nonostante i risultati ottenuti, il pregiudizio legato alle malattie mentali continua a esistere, con molte persone che temono il giudizio sociale quando intendono rivolgersi a figure di supporto.

La Sfida della Prevenzione e del Supporto

Secondo quanto riportato da Headway nel Mental Health Index 4.0 (settembre 2024) elaborato da TEHA, i problemi di salute mentale rappresentano la terza malattia più comune tra i minori di 15 anni nei paesi dell’Unione Europea. Questo rivela un urgente bisogno di risposte coordinate e tempestive. È essenziale predisporre un sistema sanitario capace di captare i segnali deboli, creando un solido supporto che comprenda famiglie, scuole e strutture sanitarie. Le istituzioni scolastiche dovrebbero divenire spazi sicuri dove i giovani possano sentirsi liberi di confidare le proprie ansie senza temere di essere giudicati.

Investimenti e Disuguaglianze

Per fronteggiare adeguatamente le crescenti problematiche connesse ai disturbi mentali, occorrerebbe incrementare i finanziamenti di almeno 1,9 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Così facendo, si arriverebbe ad almeno il 5% del bilancio sanitario da destinare a questo ambito. La sfera della salute mentale necessita di ulteriori 2 miliardi di euro, accompagnati da un aumento del 30% del personale, equivalente a circa 7.500 operatori. Sebbene il diritto alla salute mentale sia universalmente riconosciuto, le disparità geografiche e sociali impediscono a molti individui di accedere al supporto necessario. Nonostante gli sforzi profusi, il Servizio Sanitario Nazionale spesso manca di fornire una risposta tempestiva, aggravando così il carico che pesa su famiglie già afflitte.

Conclusioni: Verso una Società Inclusiva

Tutelare le nostre vulnerabilità emotive è un passo imprescindibile nella costruzione di una società caratterizzata da maggiore sanità, apertura e compassione. L’eredità di Basaglia ci ricorda quanto sia cruciale rinnovare il contratto sociale che mette al centro la dignità e il rispetto per ogni individuo. In questo modo, possiamo auspicare a un futuro in cui la lotta per il benessere mentale diventi una conquista collettiva anziché una sfida da affrontare isolatamente.

Nel contesto della psicologia cognitiva, è fondamentale riconoscere che la percezione della malattia mentale è influenzata da schemi di pensiero e credenze culturali. La comprensione e la modifica di questi schemi possono migliorare il benessere psicologico. Inoltre, la psicologia comportamentale sottolinea l’importanza di rinforzi positivi e ambienti di supporto per promuovere cambiamenti comportamentali positivi. Riflettendo su questi concetti, possiamo considerare come le nostre azioni quotidiane e le politiche pubbliche possano contribuire a una società più inclusiva e comprensiva, dove la salute mentale è una priorità condivisa.