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- La donna di 35 anni è precipitata per 20 metri in un canalone.
- Allarme lanciato alle ore 16:20, attivando il Soccorso Alpino.
- Utilizzato un verricello per il recupero a causa dell'impossibilità di atterraggio dell'elicottero.
Nel tardo pomeriggio di domenica 2 febbraio, un’escursionista di 35 anni ha vissuto momenti di grande apprensione lungo il sentiero di San Francesco, nei pressi di Valstagna, in provincia di Vicenza. La donna, residente a Castello di Godego, stava percorrendo il sentiero in compagnia del marito e di un gruppo di amici appassionati di escursioni in montagna. Durante la discesa, la 35enne è scivolata, precipitando per circa venti metri in un canalone. L’incidente ha causato diverse contusioni, in particolare alla testa e a un braccio, rendendo necessario un intervento di soccorso immediato.
Il tempestivo intervento del Soccorso Alpino
L’allarme è stato lanciato alle 16:20, attivando immediatamente la macchina dei soccorsi. La squadra del Soccorso Alpino di Asiago è giunta sul posto per fornire assistenza. Con l’ausilio di un elicottero d’emergenza decollato dalla base sanitaria di Trento, i soccorritori sono riusciti a raggiungere l’infortunata. Dopo averla messa in posizione di sicurezza, la donna è stata stabilizzata su una barella rigida. L’elicottero, impossibilitato ad atterrare a causa del terreno impervio, ha utilizzato un verricello meccanico per issare la 35enne a bordo e trasportarla all’ospedale di Trento per ulteriori cure.
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Un’operazione complessa in condizioni difficili
L’intervento di soccorso è stato reso particolarmente complesso dalle condizioni ambientali e dal calare del buio. La squadra operativa del Cnsas di Asiago ha dovuto affrontare il difficile compito di risalire il sentiero con la ferita, mentre il marito e gli altri membri del gruppo sono stati accompagnati fino alle loro automobili. La mancanza di uno spiazzo per l’atterraggio sicuro dell’elicottero ha richiesto l’uso del verricello, una manovra delicata che ha permesso di portare a termine con successo il recupero dell’escursionista.
Riflessioni sulla sicurezza in montagna
Questo incidente mette in luce l’importanza della sicurezza durante le escursioni in montagna. Le condizioni del terreno e le difficoltà del percorso possono rappresentare un pericolo anche per gli escursionisti più esperti. È fondamentale essere preparati e attrezzati adeguatamente, oltre a conoscere i propri limiti fisici e tecnici.
In un contesto di psicologia cognitiva, è interessante notare come le esperienze traumatiche possano influenzare la percezione del rischio e la decisione di intraprendere attività simili in futuro. La consapevolezza del rischio e la capacità di valutare le situazioni pericolose sono competenze che possono essere sviluppate e migliorate attraverso l’esperienza e l’educazione.
Dal punto di vista della psicologia comportamentale, l’incidente potrebbe portare a una risposta di evitamento nei confronti delle escursioni in montagna, un meccanismo di difesa comune in seguito a esperienze traumatiche. Tuttavia, con il supporto adeguato, è possibile superare tali paure e continuare a godere delle attività all’aria aperta.
In conclusione, riflettere su questi aspetti può aiutare a comprendere meglio le dinamiche psicologiche che entrano in gioco in situazioni di emergenza e a promuovere una cultura della sicurezza e della prevenzione nelle attività outdoor.