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- Dal mese di ottobre 2023, oltre 12.000 soldati hanno ricevuto assistenza per problemi di salute mentale.
- Circa il 43% dei reclutati soffre di disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
- Un preoccupante 14% ha riportato lesioni fisiche significative, come traumi cranici e amputazioni.
- L'aumento dei soldati in riabilitazione è stimato essere tre volte rispetto al 2022.
Osservando con attenzione gli sviluppi bellici nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas emerge un aspetto forse trascurato: le sfide psicologiche incontrate dall’esercito israeliano rappresentano un tema cruciale anche se meno evidente. Non sono solo i singoli combattenti a subire le conseguenze; piuttosto, l’intero tessuto sociale israeliano ne è toccato profondamente. Ciò fa apparire ancor più urgente fornire un sostegno robusto e una maggiore empatia verso chi porta sulle spalle le cicatrici invisibili delle esperienze belliche. Per molti soldati coinvolti nella campagna militare a Gaza vi è una percezione diffusa della battaglia come essenziale per garantire l’integrità di Israele; tuttavia questo percorso ha costi pesanti sul fronte della salute mentale dei partecipanti.
La psicologia cognitiva, disciplina particolarmente interessante in questo ambito, ci illustra quanto sia flessibile ? sebbene al contempo esposta a insidie ? l’architettura neurologica umana durante periodi stressanti prolungati. In contesti bellici quali quelli affrontati dagli uomini e donne dell’esercito israeliano c’è rischio tangibile che scattino difese psichiche complesse – problematiche che possono diventare dirette fonti di disturbo psicologico manifestandosi come PTSD nel tempo quando non ricevono corretta assistenza professionale. In aggiunta, dal punto di vista della psicologia comportamentale, diventa evidente come ripetuti incontri con esperienze traumatiche plasmerebbero risposte emozionali peculiari molto difficili da disinnescare compromettendo oltremodo la possibilità di ritrovare uno stato ottimale ed equilibrato nella vita quotidiana post-conflitto. Risulta essenziale che la collettività prenda coscienza di tali problematiche e intraprenda azioni concrete per offrire il necessario sostegno, riducendo al contempo l’imbarazzo sociale riguardante la salute mentale. È soltanto mediante un intervento globale e metodico che possiamo ambire a diminuire il fardello invisibile portato da questi militari.